20 Mar 2024
Come trattare efficacemente le cicatrici in medicina estetica: dall'acido ialuronico alla rimozione laser, esplora le opzioni per correggere le cicatrici e ottenere una pelle uniforme.
Le cicatrici sono alterazioni della pelle derivanti da un danno subito, che sia un incidente o un'operazione: il punto danneggiato si riempie spontaneamente di tessuto connettivo fibroso e, di conseguenza, la cicatrice differisce per colore dal resto della pelle del corpo. La rimozione delle cicatrici è consigliata anche, ad esempio, dopo la varicella o in caso di pelle particolarmente acneica in gioventù che ha lasciato la faccia molto segnata. Dalle infiltrazioni di acido ialuronico, ai cortisonici al laser, correggere le cicatrici oggi è alla portata di tutti, ma occorre in primo luogo una diagnosi accurata della ferita da trattare.
Consistenza, forma e colore della cicatrice, nonché il colore della pelle, sono fattori che influenzano la decisione. I filler di acido ialuronico, grazie alla loro capacità di distendere e riempire i tessuti sono ideali per il trattamento di cicatrici di piccola e media entità e per quelle che non hanno la tendenza a formare cheloidi, ovvero a ispessirsi: in questi casi potrebbe essere invece utile il ricorso a corticoidi diluiti. La capacità dell’acido ialuronico di stimolare la rigenerazione cellulare della pelle in sostanza fornisce da catalizzatore rispetto a quello che l’organismo farebbe anche da solo: accelera il processo di guarigione e, per questo, è importante intervenire tempestivamente sulla ferita da trattare, ovvero nell’arco delle prime settimane.
La rimozione laser delle cicatrici è invece un trattamento di medicina estetica che prevede la distruzione sicura e controllata delle cellule cutanee che, in questo modo, sono costrette a rigenerarsi. La rimozione laser delle cicatrici non richiede un lungo periodo di recupero e gli effetti sono visibili immediatamente dopo la guarigione della cicatrice. “Sostanzialmente rispetto ad una cicatrizzazione normale ed efficace esistono tre grandi famiglie di cicatrici: atrofiche, ipertrofiche e cheloidee. Le cicatrici atrofiche sono caratterizzate da ipotrofia strutturale, sono di colorito chiaro, si avvalgono prevelentemente di trattamento riempitivo, le ipetrofiche sono infiammate e rilevate ma nell’arco di sei-otto mesi tendono a remissione spontanea, si giovano di trattamento antiinfiammatorio fino alla stabilizzazione per poi trattarne l’esito definitivo in base alle caratteristiche, le cheloidee infine sono caratterizzate da esubero tissutale, forma irregolare e fortemente rilevata. Sono senza dubbio le più difficili da trattare vista la predisposizione del soggetto a tale cicatrice, anche una eventuale revisione chirurgica il più delle volte esita in una riformazione del cheloide. In questi casi la terapia cortisonica intralesionale e/o un trattamento laser possono migliorarne la morfologia” spiega Giovanni Scetta, medico estetico di Telese Terme in provincia di Benevento.
“C’è inoltre una differenza di trattamento in base alle varie parti del corpo: infatti cicatrici in differenti punti del corpo dello stesso soggetto possono dare esiti esiti completamente differenti. Le cicatrici in regione sternale, ad esempio, hanno sempre un esito peggiore rispetto ad altri distretti corporei, le cicatrici della regione palpebrale superiore, invece, per lo più danno ottimi risultati. Come già detto però è necessario studiare la singola cicatrice e le caratteristiche del soggetto per fare delle ipotesi di trattamento e guarigione”.